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L’articolazione scapolo-omerale è la più mobile del corpo umano in quanto possiede tre gradi di movimento che permettono l'orientamento dell'arto superiore in rapporto ai tre piani dello spazio. Bisogna però ricordare che la fossa glenoide della scapola non contiene completamente la testa dell'omero essendo infatti colmata dal cercine glenoideo. Inoltre anche i muscoli della spalla partecipano attivamente a mantenere la testa dell'omero all'interno della sua cavità articolare. I muscoli della cuffia dei rotatori costringono tra gli altri la testa omerale nella cavità glenoidea stabilizzando e centrando l’articolazione.
Gli esiti di lesioni interessanti l’articolazione della spalla sono rappresentati sul piano funzionale da rigidità o da instabilità.
Tra le più frequenti lesioni che si verificano in seguito ad una contusione o ad una forte tensione sulla spalla possiamo annoverare l’infiammazione post-traumatica dei tendini dei muscoli della cuffia dei rotatori e la perdita del contatto reciproco tra l’estremità acromiale della clavicola e l’acromion che può essere incompleta (sublussazione) o completa (lussazione). Nelle lesioni meno gravi i legamenti capsulari vengono stirati o lacerati e si ha una certa sublussazione dell’articolazione.
Se a seguito di un sinistro stradale si ha riscontro sintomatologico, radiografico o ecografico di un danno alla spalla, sia di natura ossea (frattura), articolare (lussazione o sublussazione) o tendinea (alterazione parziale o totale della cuffia dei rotatori), è essenziale rivolgersi allo specialista in medicina legale per un'adeguata quantificazione del danno, che dovrà tenere conto della sua gravità, di eventuali preesistenze ma soprattutto della sue eventuale evolutività.