Frattura di polso
- Frattura di polso
- Trauma al ginocchio
- Danno estetico
- Distorsione di caviglia
- Accertamento Tecnico Preventivo (ATP)
Le fratture del polso sono tipiche dei traumi da caduta a poichè l'individuo tende a mettere le mani in posizione di difesa per attutire il colpo. Sono frequenti in tutte le età in particolar modo anziani e bambini.
L’articolazione del polso svolge due tipi di movimenti fondamentali: la flesso-estensione e l’ inclinazione radio-ulnare. Dei due tipi di movimento propri del polso, quello di flesso-estensione è di gran lunga più importante mentre quello di inclinazione assume un certo rilievo nelle situazioni più grave limitazione, mentre per il resto appare di trascurabile importanza.
L’articolazione del polso svolge due tipi di movimenti fondamentali: la flesso-estensione e l’ inclinazione radio-ulnare. Dei due tipi di movimento propri del polso, quello di flesso-estensione è di gran lunga più importante mentre quello di inclinazione assume un certo rilievo nelle situazioni più grave limitazione, mentre per il resto appare di trascurabile importanza.
Il movimento di flesso-estensione si svolge su un arco utile di circa 120°. La posizione ritenuta generalmente più utile è quella neutra, cioè rettilinea. La compromissione del movimento di estensione è generalmente più grave di quella in flessione.
Le condizioni più svantaggiose si realizzano per anchilosi in posizione di flessione o estensione massima; anche se in condizioni estreme le due posizioni sono entrambe notevolmente invalidanti, per situazioni intermedie l’atteggiamento in estensione è meno svantaggioso di quello in flessione.
Le anchilosi in posizione non rettilinea vanno valutate anche in rapporto alla funzionalità della mano che, per situazioni di particolare deformazione del polso, risulta per lo più notevolmente compromessa.
Per ciò che concerne il movimento di inclinazione radio-ulnare, già si è detto che tale componente assume una rilevanza molto modesta rispetto alla precedente e pertanto può essere presa in considerazione solo nel caso in cui si realizzi una sua limitazione molto consistente, quanto meno di oltre la metà rispetto alla escursione fisiologica. Le fratture dell’epifisi distale del radio interessano in vario grado la superficie articolare. Le più semplici, piuttosto rare, si irradiano prossimamente isolando un frammento triangolare della glena radiale; vengono dette «fratture marginale» o «cuneiformi». Quelle complesse, più frequenti, sono dette anche fratture «pluriframmentarie». In esse la rima, a «V», a «T», a «Y», può irradiarsi anche alla metafisi fino realizzare talvolta un vero e proprio «scoppio» dell’estremo distale del radio.
Nella valutazione dei postumi delle fratture dell’epifisi distale del radio si dovrà tener conto della riduzione globale dei movimenti del polso (flesso-estensione, lateralità e pronosupinazione).